Obesità

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L’obesità,
uno dei principali problemi di salute pubblica, è causata nella maggior
parte dei casi da stili di vita scorretti; è quindi una condizione
ampiamente prevenibile
è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso
corporeo, condizione che determina gravi danni alla salute. E’ causata
nella maggior parte dei casi da stili di vita scorretti: da una parte,
un’alimentazione scorretta ipercalorica e dall’altra un ridotto
dispendio energetico a causa di inattività fisica. L’obesità è quindi
una condizione ampiamente prevenibile.
L’obesità rappresenta uno
dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale sia perché
la sua prevalenza è in costante e preoccupante aumento non solo nei
Paesi occidentali ma anche in quelli a basso-medio reddito sia perché è
un importante fattore di rischio per varie malattie croniche, quali
diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari e tumori.
Si
stima che il 44% dei casi di diabete tipo 2, il 23% dei casi di
cardiopatia ischemica e fino al 41% di alcuni tumori sono attribuibili
all’obesità/sovrappeso. In totale, sovrappeso e obesità rappresentano il
quinto più importante fattore di rischio per mortalità globale e i
decessi attribuibili all’obesità sono almeno 2,8 milioni/anno nel mondo.
L’indice di massa corporea IMC
(body mass index BMI) è l’indice per definire le condizioni di
sovrappeso-obesità più ampiamente utilizzato, anche se dà
un’informazione incompleta (ad es. non dà informazioni sulla
distribuzione del grasso nell’organismo e non distingue tra massa grassa
e massa magra); l’IMC è il valore numerico che si ottiene dividendo il
peso (espresso in Kg) per il quadrato dell’altezza (espressa in metri).
Le definizioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sono:
- sovrappeso = IMC da uguale o superiore a 25 fino a 29,99
- obesità = IMC uguale o superiore a 30.
Secondo
dati dell’OMS, la prevalenza dell’obesità a livello globale è
raddoppiata dal 1980 ad oggi; nel 2008 si contavano oltre 1,4 miliardi
di adulti in sovrappeso (il 35% della popolazione mondiale); di questi
oltre 200 milioni di uomini e oltre 300 milioni di donne erano obesi
(l’11% della popolazione mondiale). Nel frattempo, il problema ha ormai
iniziato ad interessare anche le fasce più giovani della popolazione: si
stima che nel 2011 ci fossero nel mondo oltre 40 milioni di bambini al
di sotto dei 5 anni in sovrappeso.
In Italia, il sistema di
monitoraggio ‘OKkio alla Salute’ del Centro nazionale di prevenzione e
controllo delle malattie (Ccm) del Ministero della Salute (raccolta dati
antropometrici e sugli stili di vita, dei bambini delle terza classe
primaria 8-9 anni di età ,) ha riportato che il 22,9% dei bambini in
questa fascia di età è in sovrappeso e l’11,1% in condizioni di obesità
(dati relativi all’anno 2010).
Il progetto Hbsc-Italia (Health
Behaviour in School-aged Children-Comportamenti collegati alla salute in
ragazzi di età scolare), uno studio multicentrico internazionale a cui
aderisce anche l’Italia, con l’obiettivo di approfondire le conoscenze
sulla salute dei ragazzi di 11, 13 e 15 anni, nel 2010 ha evidenziato
che la frequenza dei ragazzi in sovrappeso e obesi è più elevata negli
11enni (29,3% nei maschi e 19,5% nelle femmine), che nei 15enni (25,6%
nei maschi e 12,3% nelle femmine). Questo dato è particolarmente
preoccupante, in quanto indica che il fenomeno obesità è in espansione e
colpisce più frequentemente le generazioni più giovani.
Secondo i
dati raccolti nel 2010 dal sistema di sorveglianza Passi, in Italia il
32% degli adulti è sovrappeso, mentre l’11% è obeso. In totale, oltre
quattro adulti su dieci (42%) sono cioè in eccesso ponderale in Italia.
“Passi
d’argento”, il sistema sperimentale (avviato in 7 Regioni italiane) di
sorveglianza della salute della popolazione anziana, infine indica che
nella popolazione tra i 65 e i 75 anni di età sono in sovrappeso/obesi
il 60% degli individui; tra i 75 e gli 84 anni le persone in
sovrappeso/obesità sono il 53% e tra gli ultra 85enni il 42%.
Cause
L’obesità e il sovrappeso sono causati nella maggior parte die casi da uno squilibrio tra apporto e consumo energetico.
Oggi
si consumano cibi più ricchi di calorie (per lo più da zuccheri e
grassi) rispetto al passato e ci si muove sempre meno, per le tante ore
trascorse seduti al lavoro o a scuola, per la mancanza di spazi dove
fare attività fisica soprattutto nelle grandi città, per un aumento del
tempo trascorso davanti alla televisione, al computer, ai giochi
elettronici.
Per recarsi a scuola o al lavoro o anche per fare
shopping si usano ormai soli mezzi di trasporto privati e ci si muove
sempre di meno a piedi. Il valore energetico del cibo si misura in
Kilocalorie (Kcal). Il fabbisogno medio di kilocalorie giornaliere per
una persona attiva è intorno alle 2.000.
Più raramente l’obesità è
causata da condizioni genetiche (es. sindrome di Prader Willi) o da
malattie endocrine quali la sindrome di Cushing (una condizione che
determina un’aumentata produzione di cortisolo da parte delle ghiandole
surrenali) o un cattivo funzionamento della tiroide (ipotiroidismo).
Un’altra condizione che può associarsi ad obesità è la sindrome
dell’ovario policistico.
Alcuni farmaci (antidepressivi, antipsicotici, cortisonici, pillola anticontraccettiva) possono indurre un aumento di peso.
Quando
si smette di fumare, si può avere un modesto aumento di peso (in
particolare a livello addominale) come effetto collaterale temporaneo.
Sintomi e segni
Avere molti chili di troppo comporta una serie di conseguenze a breve e a medio- lungo termine.
Le
persone obese nella vita di tutti i giorni presentano affanno, anche
compiendo attività fisica di bassa intensità, sudano profusamente, hanno
disturbi del sonno e russano (questa condizione è chiamata sindrome
delle apnee notturne, che comporta una scarsa ossigenazione del sangue
anche per lunghi periodi durante il sonno notturno e aumenta il rischio
di ipertensione e malattie cardiovascolari, quali ictus e infarto),
hanno sonnolenza diurna e problemi alle articolazioni (dolori alla
schiena, alle ginocchia e alle anche).
Inoltre frequentemente i
soggetti obesi autolimitano la loro vita sociale, hanno problemi della
sfera psicologica, quali bassa autostima, che possono sfociare nella
depressione.
A lungo termine l’obesità comporta un aumentato
rischio di sviluppare ipertensione arteriosa, e quindi accidenti
cardio-vascolari, diabete di tipo 2 e tumori.
Complicanze
Obesità e
sovrappeso sono condizioni associate ad elevata mortalità e
rappresentano un importante fattore di rischio per le principali
malattie croniche: malattie cardiovascolari (in particolare infarto e
ictus), ipertensione, diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica,
alcune forme di tumori (in particolare il tumore dell’endometrio, del
colon retto, renale, della colecisti, della prostata e della mammella).
L’obesità
aumenta anche il rischio di malattie della colecisti (calcoli) e delle
malattie muscolo-scheletriche (in particolare artrosi degenerativa).
Diagnosi
La valutazione della quantità e della distribuzione del grasso corporeo può essere effettuata in diversi modi.
L’indice
di massa corporea (IMC o BMI) permette di fare diagnosi di sovrappeso e
obesità, ma non dà informazioni sulla distribuzione, né sull’esatta
quantità del grasso corporeo (un culturista può avere un IMC molto
elevato pur non essendo obeso; un anziano con scarsa massa muscolare può
avere un eccesso di grasso corporeo pur presentando un IMC nel range di
normalità).
L’Indice di Massa Corporea (IMC, kg/m2) si calcola: dividendo il peso, espresso in kg per il quadrato dell’altezza, espressa in metri, come indice indiretto di adiposità.
A seconda dell’MC si definiscono le seguenti categorie:
- IMC < 16 : grave magrezza
- IMC tra 16 a 18,49 : sottopeso
- IMC tra 18,5 e 24,99 : normopeso
- IMC tra 25 e 29,99 : sovrappeso
- IMC tra 30 e 34,99 : obesità classe 1
- IMC tra 35 e 39,99 : obesità classe 2
- IMC > 40 : obesità classe 3
Un
altro metodo per diagnosticare il sovrappeso e l’obesità, è misurare la
circonferenza del punto vita. Una circonferenza superiore a 94 cm negli
uomini e a 80 cm nelle donne è considerata patologica.
Inoltre,
la distribuzione del grasso può essere valutata con la plicometria
cutanea (la misurazione dello spessore delle pieghe cutanee in diversi
distretti corporei), con il rapporto tra la circonferenza della vita e
dei fianchi o con tecniche strumentali avanzate quali l’ecografia, la
TAC o la risonanza magnetica che possono valutare anche la quantità del
grasso ‘nascosto’ all’interno dell’addome, cioè del grasso ‘viscerale’,
che è il più pericoloso dal punto di vista metabolico e del rischio
cardiovascolare.
La valutazione iniziale del paziente obeso deve
comprendere anche la determinazione del livello plasmatico di alcuni
ormoni (come quelli della tiroide e del surrene), l’assetto lipidico
(colesterolo e trigliceridi), la misurazione della pressione arteriosa.
Terapia
Il
trattamento dell’obesità consiste nella riduzione del peso corporeo, da
effettuarsi sotto stretto controllo medico, seguendo un’alimentazione
corretta ed effettuando un regolare programma di attività fisica,
adeguato alle proprie possibilità e nel successivo mantenimento di un
peso adeguato alla propria altezza. Può essere d’aiuto in alcuni casi,
ricorrere ad un supporto psicologico.
La dieta per la riduzione
del peso deve essere personalizzata; in linea generale deve comprendere
frutta e verdura; cereali (pane e pasta) con moderazione e
preferibilmente integrali, privilegiare carne e pesce, come principali
fonti di proteine.
Andranno invece evitati sale e zucchero
aggiunti a cibi e bevande, i cibi troppo ricchi di sale (es. insaccati) e
di grassi e zuccheri (merendine, patatine fritte, cibi dei fast food e
di rosticceria/pizzerie ecc), i soft drink e le bevande alcoliche. Si
ricorda che un bicchiere di vino contiene 120 Kcal, senza apportare
nessuna sostanza nutritiva.
Molto importante, quando si acquistano
cibi confezionati, è leggere l’etichetta nutrizionale per verificare il
contenuto calorico e il contenuto qualitativo e quantitativo in grassi
(evitare i prodotti ricchi in acidi grassi saturi, soprattutto trans).
L’attività
fisica va iniziata in maniera graduale (soprattutto per i più
sedentari), cominciando con 10-15 minuti di attività aerobica (camminata
a passo veloce, nuoto, tennis, tapis roulant, ballo, ecc) e aumentando
gradualmente, fino a raggiungere almeno i 30 minuti al giorno, 5 giorni a
settimana. Qualche piccolo accorgimento può contribuire a mantenere un
livello adeguato di attività fisica: non prendere mai l’ascensore, ma
fare le scale, andare a fare la spesa alimentare a piedi se non si
devono portare buste pesanti, evitare di usare l’autovettura per coprite
brevi distanze.
Nei pazienti con forme di obesità grave (IMC >
40) o in quelli con IMC > 35 e altre condizioni mediche associate
(ad es. la sindrome delle apnee da sonno, diabete, ipertensione
arteriosa) che possono trarre beneficio da un’importante perdita di
peso, un’alternativa di trattamento è rappresentata dalla chirurgia
bariatrica (chirurgia dell’obesità).
Gli interventi chirurgici per l’obesità possono essere classificati in:
- restrittivi – riducono le dimensioni dello stomaco e rallentano i processi digestivi
- restrittivi-malassorbitivi
– riducono le dimensioni dello stomaco e scavalcano o eliminano una
parte del tratto digerente per ridurre l’assorbimento del cibo.
Molti
di questi interventi vengono ormai effettuati per via laparoscopica
(cioè praticando delle mini-incisioni sull’addome, attraverso le quali
vengono inserite le strumentazioni chirurgiche e una mini-telecamera).
Nonostante
i grandi progressi di questa branca della chirurgia, soprattutto nel
caso degli interventi più complessi, il tasso di mortalità rimane
dell’ordine dello 0,5-2% e non mancano le complicanze a breve e lungo
termine, per cui sono da destinare a casi molto selezionati.
Prevenzione
Si può fare molto per prevenire sovrappeso e obesità.
Ecco alcune indicazioni:
- limitare il consumo di grassi e zuccheri, molto abbondanti soprattutto nei cibi confezionati e nei soft drink
- aumentare il consumo di verdure, legumi, cereali integrali e, in generale cibi freschi, non processati
- seguire una dieta variata, riducendo le porzioni, nel caso in cui si voglia perdere peso
- limitare
l’alcol, che oltre ad essere nocivo alla salute degli organi, è anche
un’importante fonte di calorie, senza apportare nessun vantaggio
nutrizionale - non ricorrere al cibo come genere di conforto, nel caso in cui ci si senta depressi o giù di corda
- dare
ai bambini un buon esempio in materia di alimentazione; i figli di
genitori obesi tendono a loro volta ad avere problemi di peso - fare
una regolare attività fisica: gli adulti dovrebbero fare almeno 30
minuti/giorno per 5 volte/settimana di attività fisica aerobica di
intensità moderata (camminare a passo veloce, andare in bicicletta,
nuotare, ballare); i bambini almeno 60 minuti/giorno; nel caso in cui si
desideri perdere peso, il livello di attività fisica dovrà essere
gradualmente incrementato.
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