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DEFINIZIONE:
L’osteoporosi è una“malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da ridotta massa minerale e deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con conseguenteaumento della fragilità dell’osso e maggior rischio di fratture”(OMS). E’ dunque una malattia del “metabolismo osseo” caratterizzata da una ridotta quantità di minerali (sali di calcio) e da un’alterazione della normale architettura microscopica dell’osso. Infatti nell’osso sano ci sono migliaia di piccolissime cavità, delimitate da sottili pareti (trabecole); nell’osteoporosi tali cavità sono più grandi perché gran parte delle trabecole sono state distrutte e quelle rimaste sono diventate ancora più sottili. Tutta la struttura dell’osso è quindi indebolita e per questo è alto il rischio di fratture da fragilità.
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Colpisce
prevalentemente soggetti di età superiore ai 60 anni, prevalentemente
donne. Tuttavia in condizioni particolari può manifestarsi a qualunque
età. Generalmente si dice che l’osteoporosi colpisce una donna su tre ed
un uomo su otto dopo i 60 anni. Negli USA si calcola che più di 20
milioni di persone sia colpito da questa patologia. Tuttavia i dati
epidemiologici riguardano essenzialmente le fratture e non la semplice
presenza della malattia. Secondo il rapporto europeo sull’osteoporosi in
Europa il 40% delle donne e il 13% degli uomini che oggi hanno 50 anni
avrà nel resto della vita almeno una frattura da fragilità ossea. Nei
prossimi 50 anni, in Europa, il numero totale di fratture di femore che
oggi è intorno alle 414.000 all’anno, arriverà a 970.000 all’anno.
Spesso le fratture da osteoporosi si ripetono nel tempo; si calcola che
le fratture di femore si ripetono nel 14% delle donne e quelle di polso
nel 10%; inoltre il 25% dei casi presenta fratture vertebrali multiple.
Il numero così elevato di fratture incide sulla spesa sanitaria: in
Europa ogni anno si spendono circa 3,5 miliardi di euro solo per le
fratture di femore! In Italia tale spessa si aggira intorno ai 600.000
milioni di euro\anno. Inoltre la presenza di fratture incide sulla
qualità di vita dei pazienti: il 20% dei soggetti con fratture non
riacquista più la capacità di camminare, il 10-15% non è più in grado di
uscire da solo di casa e il 45% non è più completamente
autosufficiente. Infine le fratture sono spesso causa di inabilità e
dolore cronico e le frequenti recidive possono in pochi anni portare la
qualità di vita dei pazienti verso un drammatico degrado.
La
vera “causa” di osteoporosi rimane a tutt’oggi sconosciuta. Negli
ultimi anni più che vere e proprie cause, sono stati identificati molti “fattori di rischio” per lo sviluppo di osteoporosi:
Età: l’osteoporosi è prevalentemente una malattia della terza età;
Sesso:
le donne sono più colpite degli uomini; esse infatti hanno minore massa
ossea rispetto agli uomini; inoltre la rapida riduzione degli ormoni
sessuali (estrogeni) che si verifica intorno ai 50 anni con la menopausa
determina una più rapida e precoce perdita di massa ossea;
Razza bianca o asiatica: le popolazioni di pelle chiara hanno una ridotta massa ossea rispetto a quelle di pelle scura;
Familiarità per osteoporosi o fratture da fragilità:
una famiglia in cui sono già comparsi casi di osteoporosi sembra avere,
secondo studi recenti, una maggiore probabilità di sviluppare ulteriori
casi. Si calcola che il 60% della massa ossea sia determinato da un
insieme di geni ogni individuo eredita; il restante 40% dipende invece
da fattori ambientali (alimentazione, attività fisica, stile di vita,
malattia);
Dieta carente di calcio:
un’alimentazione carente di calcio, che rende impossibile un normale
processo di rimodellamento osseo, favorisce il progressivo impoverimento
dello scheletro;
Vita sedentaria:
l’osso ha bisogno di stimoli meccanici per mantenere la sua robustezza.
Una regolare attività fisica favorisce il mantenimento della massa
ossea;
Eccesso di fumo, alcool, caffeina:
il fumo anticipa l’osteoporosi di 1-2 anni; l’alcool riduce
l’assorbimento intestinale di calcio e inibisce la formazione ossea; la
caffeina aumenta la perdita di calcio attraverso le urine e riduce
l’assorbimento intestinale di calcio;
Menopausa precoce
(prima dei 45 anni): la caduta del livello di estrogeni (ormoni
sessuali femminili) che accompagna la menopausa, determina
un’accellerata perdita di calcio dall’osso;
Periodi prolungati di amenorrea (› 1 anno) o ipogonadismo maschile
(carenza di testosterone): gli ormoni sessuali hanno un ruolo
importante nel metabolismo osseo ed ogni loro carenza determina
un’alterazione che può favorire lo sviluppo dell’osteoporosi.
L’ipogonadismo (ridotta funzione di ovaio e testicolo, con conseguente
ridotta produzione di ormoni sessuali) nell’età giovanile può portare a
minore sviluppo scheletrico, ed al raggiungimento di un picco di massa
ossea inferiore a quello desiderabile. La scomparsa delle mestruazioni
in età giovanile (amenorrea) che può verificarsi per stress, eccessivo
sport, perdita di peso, e per concomitanti malattie, determina una
caduta degli estrogeni (così come avviene con la menopausa) in un
periodo della vita cruciale per il pieno sviluppo dell’apparato
scheletrico e quindi un maggiore rischio di osteoporosi;
Altri fattori di rischio:
alimentazione ricca di proteine, malassorbimento intestinale, abuso di
lassativi, malattie endocrine (iperprolattinemia, morbo di Cushing,
ipertiroidismo), malattie reumatiche (artrite reumatoide, atc…),
anoressia nervosa, trapianti d’organo, uso di farmaci (cortisonici,
anticoagulante, antiacidi, etc…).
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