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Scintigrafia

Info & Salute

Scintigrafia

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Che cos’è la Scintigrafia ?
E’ un esame nel quale una piccola ed innocua quantità di radioattività è
usata al fine di ottenere delle immagini che, esaminando il
funzionamento dell’organo o/e degli organi, aiutano il medico a
diagnosticare correttamente lo stato di salute del paziente.
Il farmaco è iniettato in una vena del braccio. Successivamente bisogna
aspettare un tempo variabile a seconda dell’esame. Durante l’esecuzione
dell’esame la posizione del paziente può essere distesa o seduta. La
gammacamera, che è l’apparecchio con il quale si esegue l’esame, sarà
posto vicino al paziente; non c’è alcun problema per le persone che
soffrono di claustrofobia.

Le radiazioni sono pericolose ?
La dose assorbita relativa agli esami di medicina nucleare è bassa, paragonabile o inferiore a un esame radiografico.

Che cosa dire rispetto alla gravidanza ?
Bisogna informare il medico, prima della somministrazione del farmaco,
della gravidanza in corso o presunta. E’ infatti necessario prendere
ogni precauzione e discutere con lo specialista della effettiva
necessità dell’esame.

Cosa fare in caso di allattamento?
Alcune sostanze radioattive possono passare nel latte materno. E’
opportuno prima della somministrazione del farmaco informare il medico
Nucleare che valuterà se interrompere l’allattamento e per quanti giorni
o se è il caso di rimandare l’esame.

Gli esami scintigrafici possono essere praticati ai bambini ?
Si possono essere praticati a bambini; la quantità di farmaco è proporzionata al peso.

Cosa bisogna fare dopo la somministrazione?
Il tempo di attesa dopo la somministrazione dipende dall’esame; per
esami dinamici si può iniziare subito, per altri esami come ad esempio
la scintigrafia ossea bisogna aspettare alcune ore. Alcuni esami come
per esempio le scintigrafie con Iodio 131 richiedono che il paziente
ritorni dopo alcuni giorni. E’ necessaria una preparazione particolare
prima dell’esame? Generalmente non è necessaria nessuna preparazione;
viene consigliato un digiuno di circa 2/4 ore prima di iniziare l’esame.

Cosa è necessario fare dopo l’esame?
Si può mangiare e bere normalmente; potrebbe essere necessario bere più
del solito in modo da liberarsi prima dalle sostanze iniettate.

E’ possibile tornare al lavoro dopo l’esame?
Si non vi è nessuna contro indicazione.

Scintigrafia cardiaca

La scintigrafia cardiaca (anche scintigrafia miocardica)
permette la valutazione di diversi parametri cardiaci (normalità o
anormalità del flusso sanguigno verso il cuore, qualità delle
pulsazioni ecc.) e può rilevare l’eventuale presenza (e l’estensione)
di danni al muscolo cardiaco. Uno dei traccianti radioattivi usati
nella scintigrafia al cuore è il tallio. La scintigrafia cardiaca può
essere eseguita a riposo o sotto sforzo, ma nella maggioranza dei casi
è necessario eseguirla in entrambe le modalità.

Se viene eseguita sotto sforzo si inietta il tracciante al soggetto
quando questi si trova a compiere il massimo sforzo. Il tracciante
viene catturato piuttosto bene nelle zone ben irrorate, meno bene in
quelle irrorate in misura minore; nelle regioni in cui si è verificato
un infarto il tracciante non viene catturato. Trascorse alcune ore
(solitamente quattro) si esegue una scintigrafia a riposo e si
effettua una nuova misurazione della captazione della sostanza
tracciante; Nel caso vi siano differenze fra le due diverse
misurazioni, è possibile diagnosticare un’ischemia da sforzo che
appare nella zona che non cattura il tracciante sotto sforzo, mentre
invece lo cattura quando si è a riposo.

Nel caso di quei soggetti che non possono compiere sforzi è
possibile infondere farmaci che fanno eseguire un lavoro al cuore come
se il soggetto stesse compiendo uno sforzo oppure farmaci che
modificano le modalità di perfusione cardiache.

Una scintigrafia cardiaca ha una durata di circa 30 minuti.
Ovviamente in questo computo non è compreso il periodo di attesa
compreso fra la scintigrafia sotto sforzo e quella a riposo. La
scintigrafia è un esame abbastanza costoso, ciò dipende sia dalla
strumentazione che viene utilizzata per l’esecuzione dell’esame sia
dal costo del tracciante.

La scintigrafia cerebrale viene utilizzata nella ricerca di
neoplasie, ascessi o altri tipi di lesioni cerebrali. I traccianti
radioattivi utilizzati (generalmente il tecnezio-99 e il pertecnetato
di sodio) tendono ad accumularsi nella sede della lesione
facilitandone di conseguenza l’individuazione. L’esecuzione dell’esame
richiede circa un’ora.

Un particolare tipo di scintigrafia cerebrale è la scintigrafia cerebrale recettoriale con DaT-scan; trattasi di esame che riveste una certa importanza nello studio del morbo di Parkinson
e di altre patologie neurodegenerative; la principale indicazione
clinica è la diagnosi differenziale tra sindromi parkinsoniane e
tremore essenziale; il radiofarmaco usato (DaT-scan) infatti si lega
alle terminazioni neuronali dopaminergiche funzionali nel corpo
striato ed è in grado di rilevarne l’eventuale perdita.

Al soggetto che deve eseguire questa particolare scintigrafia in
questione non è richiesta alcuna particolare preparazione, ma devono
essere sospese eventuali farmacoterapie che possono competere con il
tracciante utilizzato (anfetamine, benzatropina, burproprione, cocaina
e derivati, fentermina, malindolo, metilfenidato e sertralina). La
durata dell’esame è di circa quattro ore.

Scintigrafia polmonare

Sono due le più comuni tecniche di scintigrafia polmonare: la scintigrafia polmonare perfusoria e la scintigrafia polmonare ventilatoria. Grazie alla prima si visualizza il flusso sanguigno polmonare, con la seconda si valuta il grado di ventilazione a livello dei vari distretti polmonari. I traccianti radioattivi utilizzati possono essere a base di cromo, iodio o tecnezio. L’esame riveste una notevole utilità nella ricerca e nella valutazione di neoplasie, enfisema, sarcoidosi ecc. Il tempo occorrente per una scintigrafia polmonare va dai 15 ai 30 minuti circa.

Non è necessaria alcuna preparazione particolare prima della scintigrafia polmonare, ma riveste una certa importanza l’esecuzione precedente di una radiografia toracica, possibilmente da effettuarsi nella stessa giornata in cui si esegue la scintigrafia; molto spesso, nei casi di sospetta embolia polmonare, il responso radiologico è negativo, ma consente di escludere a priori la presenza di altre condizioni patologiche (quali per esempio lo pneumotorace o la pleurite) che potrebbero creare un falso positivo all’indagine scintigrafica.

La scintigrafia polmonare perfusoria è una tecnica di indagine
priva di particolari effetti collaterali ed è generalmente tollerata
anche da quei soggetti che sono affetti da serie patologie polmonari o
cardiache. La dose di radiazioni che viene assorbita dai polmoni è
bassa, ancora più bassa è quella assorbita da gonadi e dal resto
dell’organismo. Si esegue questo tipo di esame per valutare
l’eventuale presenza di embolia polmonare, per valutare l’efficacia
delle terapie trombolitiche-anticoagulanti, per studiare le
alterazioni della perfusione polmonare dovute a patologie di tipo
polmonare o cardiaco, per lo studio dello shunt dx-sn sia primitivo che
secondario a patologie epatiche ecc.

Anche la scintigrafia polmonare ventilatoria è un esame privo di
particolari problemi; per la sua esecuzione è sufficiente che il
soggetto sia in grado di respirare all’interno di un’apposita
mascherina. Il radiofarmaco viene eliminato o per via respiratoria o
per via renale o per trasporto mucociliare fino all’apparato
gastroenterico. Anche in questo tipo di esame la dose di radiazioni
assorbita è bassa a livello polmonare e molto bassa ad altri livelli.

La scintigrafia polmonare ventilatoria è utile nella diagnosi
differenziale tra embolia polmonare e altre patologie che possono
provocare alterazioni a livello di perfusione polmonare nel caso che
la scintigrafia perfusoria non sia sufficientemente specifica.

Viene inoltre utilizzata per studiare la ventilazione polmonare nei
soggetti affetti da patologie bronchiali ostruttive quali, per
esempio, le neoplasie bronchiali o la BPCO e per studiare sia la permeabilità polmonare sia la clearance mucociliare.

Scintigrafia renale

La scintigrafia renale viene utilizzata per la valutazione della
funzionalità delle reni e del deflusso urinario. Oltre alla metodica
standard (scintigrafia renale sequenziale basale) vi sono due importanti varianti: la scintigrafia renale sequenziale con stimolo diuretico alla furosemide e la scintigrafia renale sequenziale dopo somministrazione di ACE-inibitore (in genere il Captopril).

La scintigrafia renale è una metodica d’esame piuttosto comune.
Tutte le scintigrafie renali devono essere eseguite previa
somministrazione di un radiofarmaco; la loro durata varia da una a due
ore.

La metodica standard ha una durata di circa un’ora; la scintigrafia
renale con previa somministrazione farmaco ACE inibitore è basata sul
confronto fra le immagini ottenute con questa metodica e quelle
ottenute da quella precedente. Anche la scintigrafia renale con
stimolo diuretico alla furosemide è basato sul confronto fra le
immagini ottenute con la scintigrafia basale e quelle ottenute dopo la
somministrazione della furosemide.

La preparazione alla scintigrafia renale prevede generalmente un
digiuno di almeno 6 ore anche se una colazione leggera può essere
consentita. È poi necessaria una certa idratazione (mezzo litro-un
litro di acqua nell’ora che precede l’esame).

Come accennato a inizio paragrafo le scintigrafie renali hanno le
loro principali indicazioni cliniche nello studio della funzionalità
renale, nello screening e nel follow-up dell’ipertensione
nefrovascolare e nella valutazione funzionale del rene trapiantato nel
caso si sospetti un rigetto.

I traccianti radioattivi comunemente usati sono il cromo, lo iodio e il tecnezio.

Scintigrafia ossea

Che cos’è?
È un esame di diagnostica per immagini che fa parte della medicina
nucleare e che si basa sull’utilizzo di un mezzo di contrasto debolmente
radioattivo (tracciante) capace di fissarsi ovunque sia presente
tessuto osseo.
La presenza del tracciante viene rivelata da una gamma-camera
(apparecchio che misura la radioattività) collegata a un computer
(scanner), con la quale si ottiene un’immagine dei punti ove si è
fissato il tracciante. Per avere la visualizzazione dell’intero
scheletro si esegue una scintigrafia totale corporea (total body); per
studiare, invece, un segmento scheletrico si fa la scintigrafia
distrettuale.

 

Perché si fa?
La scintigrafia ossea si utilizza in:

  • Ortopedia (medicina specialistica che studia le malattie dello scheletro) per rivelare
    – Fratture difficili da evidenziare con la radiografia
    – Difetti del consolidamento di fratture
    – Lesioni infiammatorie di ossa o articolazioni (artriti)
    – Cause del dolore in caso di Rx normale
    – Lesioni degenerative delle ossa (artrosi)
    – Sospetta mobilizzazione di protesi ortopediche
     
  • Oncologia (medicina specialistica che studia i tumori) per rivelare
    – Metastasi ossee di tumori insorti in organi diversi (diffusione a distanza del tumore primitivo)
    – Metastasi di tumori primitivi dell’osso (diffusione del tumore osseo in organi diversi) 
  •  

In pratica
L’esame si esegue in una struttura specializzata di medicina nucleare:

  • Il paziente viene fatto accomodare per l’iniezione endovenosa del tracciante
  • Il paziente rimane seduto qualche ora per attendere che il tracciante si fissi nel tessuto o nell’organo da esaminare
  • Il paziente viene fatto stendere su un lettino e sottoposto alla misurazione con la gamma-camera
  • Il tracciante iniettato si concentra debolmente nell’osso sano,
    mentre si fissa più intensamente dove esistono alterazioni
    (infiammazioni, artrosi o tumori)

La durata complessiva dell’esame è di circa 3 ore.

 

Come prepararsi
L’esame è assolutamente indolore: l’unico fastidio è costituito dall’iniezione endovenosa del tracciante.
Non è necessaria alcuna preparazione prima di eseguire l’esame.
In genere, nella prima ora dopo la somministrazione del tracciante è necessario bere acqua in abbondanza (0,5-1 litro).

 

E dopo?
L’esame è sicuro e innocuo perché la dose di radioattività somministrata
è molto bassa. Le donne in gravidanza non possono eseguire questo
esame.
I risultati sono disponibili immediatamente perché il computer elabora i
dati ottenuti in pochi minuti. Tuttavia, per avere un commento
scritto(referto) dei risultati numerici e delle immagini è necessario
aspettare qualche giorno.

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  • by Redazione
  • on 28 Maggio 2016
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