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Gli effetti dello zucchero sul fegato e sul cuore: nuove scoperte

Gli effetti dello zucchero sul fegato e sul cuore: nuove scoperte

– Uno studio innovativo ha scoperto che solo 3 mesi su una dieta ad alto contenuto di zucchero altera il metabolismo dei grassi in modo tale che persone sane aumentino il rischio di malattie cardiache.

Un team di ricercatori dell'università di Surrey nel Regno Unito, descrivono i loro risultati nella rivista Clinical Science, riportando come coorti uomini sani avevano livelli più alti di grasso nel sangue e nel fegato dopo aver consumato per soli tre mesi una dieta ad alto contenuto di zucchero. Hanno anche scoperto che il metabolismo dei lipidi nell'uomo ha somiglianze con quello di persone che hanno la malattia epatica non-alcolica (NAFLD), una condizione che si sviluppa quando il grasso invade il fegato. "I nostri risultati forniscono nuove prove che consumare alte quantità di zuccheri, può alterare il metabolismo dei grassi in modi che potrebbero aumentare il rischio di malattie cardiovascolari", commenta Bruce Griffin, professore di metabolismo nutrizionale presso l'Università di Surrey.

Le stime suggeriscono che NAFLD interessa 30-40% degli adulti negli Stati Uniti, ed è più comune nelle persone che hanno obesità e diabete di tipo 2. Sebbene la NAFLD si sviluppi più spesso negli adulti, ci sono prove che suggeriscono che colpisce quasi il 10% dei bambini negli Stati Uniti tra i 2 e i 19 anni. Ci sono anche prove che suggeriscono che NAFLD può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari o semplicemente malattie cardiache. La malattia cardiovascolare è associata principalmente all'aterosclerosi, una condizione che si sviluppa quando un deposito grasso chiamato placca si accumula nei vasi dei vasi sanguigni e limita il flusso sanguigno. Ciò può portare ad un coagulo di sangue che blocca la vasca, con conseguente infarto o ictus. Circa 92 milioni di adulti negli Stati Uniti hanno "qualche forma di malattia cardiovascolare" o vivono con gli effetti secondari di ictus cerebrali.

Nel nuovo studio, 11 uomini con NAFLD e 14 uomini sani sono stati sottoposti a una delle due diete, una ad alto contenuto di zucchero l'altra a basso contenuto, per 12 settimane. Entrambe hanno avuto la stessa quantità di calorie giornaliere, tranne che nella dieta ad alto contenuto di zucchero, lo zucchero rappresentava il 26% delle calorie totali, mentre nella dieta a basso contenuto di zucchero esso rappresentava il 6%. Lo studio è stato progettato come un "cross-over randomizzato", cioè ogni partecipante ha seguito la prima dieta e poi l'altra, e che l'ordine in cui li seguivano è stato assegnato in modo casuale. Il team ha voluto scoprire se la quantità di grasso nel fegato influenzasse il modo in cui il consumo di zucchero condiziona la salute cardiovascolare.

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I ricercatori hanno confrontato i cambiamenti nei vari markers del metabolismo dei grassi, inclusi i trigliceridi e il colesterolo nel sangue, nei due gruppi seguendo le due diete. Ed hanno scoperto che, dopo 12 settimane sulla dieta ad alto contenuto di zucchero, gli uomini con NAFLD hanno mostrato cambiamenti nel metabolismo dei grassi ricollegabili ad un rischio aumentato di malattie cardiache. In parallelo, dopo la dieta ad alto contenuto di zucchero, gli uomini sani – i cui fegati avevano precedentemente mostrato un basso livello di grasso – avevano livelli più alti di grasso epatico e il loro metabolismo dei grassi somigliava anche a quello degli uomini con NAFLD.

Nel complesso si sottolinea che, mentre la maggior parte degli adulti è improbabile che consumino la quantità di zucchero nella dieta ad alto zucchero dello studio, molti bambini e adolescenti possono farlo a causa della loro elevata assunzione di bevande zuccherate e caramelle. Questa verità è sotto gli occhi di tutti, ma pochi genitori fanno qualcosa per frenare l'accesso dei loro figli a cibo “spazzatura”, iper-zuccherato e poverissimo di reale valore nutritivo. Per tale ragione, è essenziale far capire di non confondere salute intesa come “essere in carne” con la reale salute del vecchio detto “mens sana in corpore sano”.

– articolo a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, medico specialista in Biochimica Clinica

Bibliografia correlata
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