Sport e lievito di birra: un tocco di completezza

Dato il suo tradizionale uso come regolatore dell'intestino, per molte persone persino fra gli sportivi, può suonare strano assumere lievito di birra come integratore alimentare. Eppure, le sue proprietà salutari sono riconosciute da tutti i dietologi, nutrizionisti ed esperti del settore alimentare. Il lievito di birra (Saccharomyces cerevisiae) non è da considerare un “fermento lattico”, ossia un gruppo di Batteri denominati Lactobacilli da cui se ne differisce per molti aspetti. Primo tra questi, è un micete (fungo microscopico) mentre i Lattobacilli sono un gruppo di batteri. I Lattobacilli producono acido lattico (da cui il nome) come prodotto di scarto del loro metabolismo, senza nutrirsene successivamente. Il S. cerevisiae, invece, non solo fermenta lo zucchero in etanolo (vino, birra, ecc.), ma riesce ad utilizzare l’acido lattico come fonte di energia.
La sua parete cellulare differisce molto da quella dei veri fermenti lattici, essendo costituita da polimeri simili alla cellulosa (beta-glucani), meno rigidi di questa ma che gli permettono di resistere a molti agenti esterni. Infine, assieme ad alcune componenti proteiche annesse ai beta-glucani, le sue pareti cellulari sono un buon adsorbente di molte micotossine, sostanze prodotte da molte muffe che infestano gli alimenti (consultare anche l’articolo in questo sito "Micotossine e rischio cancerogeno"). Siccome molte micotossine hanno potere mutageno e cancerogeno, l’assunzione di lievito di birra può costituire un mezzo per limitare il loro assorbimento, in caso di introito di alimenti contaminati.
A dosaggi piuttosto elevati (oltre i 30 gr assunti per bocca), il lievito di birra è un disintossicante intestinale in virtù dell’effetto di contrasto che esercita sul microbiota intestinale opportunista. Esso, infatti, produce naturalmente una proteina di difesa, la K-tossina, che usa come antibiotico soprattutto verso altre specie batteriche Gram-negative. Queste si ritrovano aumentate spesso in svariate condizioni patologiche, come il diabete mellito, il morbo di Chron, stati di malassorbimento ed infezioni intestinali (enterocoliti). Alcune preparazioni di ceppi di lievito di birra selezionati (S. boulardii), sono presenti in commercio e prescritti contro le diarree di origine infettiva.
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I vantaggi per gli sportivi nell'assumere il lievito di birra sono molteplici. Dato il suo alto potenziale biologico, non a torto, il lievito di birra è considerato non un alimento ma un vero e proprio nutriente.
Il suo contenuto di proteine nobili è molto alto, superiore a 10g/100g di prodotto secco. A differenza di molte proteine di origine vegetale, esso contiene tutti i tipi di amminoacidi, sia non-essenziali che essenziali. Tra questi ultimi il 3% medio è rappresentato dalla lisina, costituente fondamentale di collagene, cheratina, elastina e, ovviamente per gli sportivi, proteine muscolari. A causa di ciò, l’assunzione di lievito di birra può risultare utile per tutti gli stati di sarcopenia (deperimento), lenta cicatrizzazione delle ferite, debolezza di legamenti, fragilità delle unghie e caduta dei capelli su base carenziale. Per la stessa ragione, è raccomandato anche a tutti gli sportivi per rafforzare tutte le strutture muscolo-scheletriche.
E’ la fonte più completa di tutte le vitamine del gruppo B, nessuna esclusa, ed in particolare la vitamina H e la vitamina B12, che sono difficili da reperire in abbondanza anche in alimenti animali come latte o carne. La presenza del gruppo B completo lo fa un nutriente prezioso in tutti i casi di deperimento organico, come convalescenze prolungate, anoressia da stress, facilità a contrarre infezioni. In alcune regioni del mondo lo si usa come supplemento vitaminico naturale per la prevenzione delle complicanze da diabete mellito. Questo è perché è molto ricco di vitamine B1, B2 e B6, note per regolare il metabolismo dei carboidrati e per essere carenti nelle persone con diabete da lungo tempo. Per chi pratica sport, il supplemento con queste vitamine permette di utilizzare al meglio i carboidrati come fonte di energia.
Il lievito è depositario di tutti i minerali biologicamente attivi. Da quelli più basali come calcio, magnesio, zolfo, fosforo e ferro, agli oligoelementi come rame, zinco, manganese, iodio e boro fino ai micro-elementi più rari come cromo, vanadio e molibdeno. Questi ultimi sono coadiuvanti di alcune funzioni cellulari dell’insulina, sensibilizzando le cellule bersaglio alla sua azione. Questo è un ulteriore motivo per cui l’assunzione di lievito di birra può migliorare il fenomeno dell’insulino-resistenza nei soggetti diabetici. Di riflesso, potrebbe influenzare condizioni ad essa collegate come ipertensione ed iperuricemia. Gli sportivi possono beneficiare della ricchezza in minerali del lievito di birra, per “stare al passo” con le esigenze metaboliche specifiche della loro attività. Molti oligoelementi, inoltre, fanno parte della struttura di enzimi antiossidanti; il lievito di birra perciò può giovare a contrastare lo stress ossidativo in chi pratica sport, specie agonistico (Konig D et al., 1999).
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Una considerazione a parte meritano le proprietà delle pareti cellulari del S. cerevisiae, per via della presenza dei loro beta-glucani. Questi zuccheri complessi insolubili hanno riconosciute proprietà antagoniste verso lo stress ossidativo, e possono potenziare le difese immunitarie. E' provato che gli sportivi che assumono preventivamente beta-glucano, hanno maggiori IgA nella saliva e resistono alla comparsa di raffreddore dopo esercizio fisico intenso. Non essendo inoltre digeribili dagli enzimi digestivi animale ed umano, rappresentano una sorta di “fibra solubile” con azione benefica sulla peristalsi e sull’omeostasi del microbiota intestinale. Esse, infatti, non vengono scisse da enzimi ma vanno incontro a diretta fermentazione da parte dei batteri Gram-positivi con produzione di acidi organici come acido propionico, butirrico, malico e lattico. A loro volta, questi rappresentano la sorgente di energia preferenziale per le cellule intestinali, al posto del glucosio.
Il considerare il benessere del microbiota nello sportivo non è un fattore da sottovalutare. Una maggiore alimentazione per ragioni caloriche e di prestazione e l’assunzione di integratori, es. a base di amminoacidi, può modificare nel tempo la composizione del microbiota. E’ noto che questo si modifica con tutte le variazioni dietetiche, che siano di tipo proteico (carne, latte), glucidico (pane, patate, dolci), lipidico (carni grasse e formaggi) e persino vegetariano. Lo sportivo, nella media, sposta l’introito alimentare verso il proteico e i carboidrati. Il supplemento esterno di zuccheri ed amminoacidi può potenzialmente favorire la crescita di componenti minori del microbiota, che dovrebbero rimanere in minoranza. Al di fuori del concetto salutistico che praticare sport mantiene lo stato di benessere, questo punto non deve trascurare il potenziale occulto di una variazione della flora batterica intestinale verso una tendenza indesiderata.
La saggezza della medicina orientale ha ancora una volta ragione: “la vera salute dell’uomo passa dell’intestino”.
a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, specialista in Biochimica Clinica.
BIBLIOGRAFIA DEDICATA
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Istituto Riza Psicosomatica. Le preziose vitamine B. (2013) Ed. Riza S.p.a.