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Testamento biologico: il sì del Parlamento

Testamento biologico: il sì del Parlamento

Otto mesi di rinvii e tensioni all'interno della maggioranza tra centristi e PD, appelli di senatori a vita e sindaci di tutta Italia, il testamento biologico trova il suo definitivo via libera in Parlamento, diventando legge di Stato. La legge che regola il fine vita è stata approvata con 180 voti favorevoli, 71 contrari e sei astensioni. Si riporta il sommario così come estratto dai media.

IL CONSENSO INFORMATO  

Il testo prevede che, nel rispetto della Costituzione, nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. «Viene promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico il cui atto fondante è il consenso informato» e «nella relazione di cura sono coinvolti, se il paziente lo desidera, anche i suoi familiari».

Nulla di nuovo fin qui. La regolamentazione sul consenso informato è già pratica routinaria in ogni Struttura del Servizio Sanitario Nazionale. Anzi, qualora si mancasse di farlo compilare al paziente o ai tutori all’atto del ricovero in Istituti accreditati, questi potrebbero venir sanzionati dall’ASL, ai controlli sulle cartelle cliniche.

I MINORI  

«Per quanto riguarda i minori il consenso è espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della volontà della persona minore». 

Si è pienamente d’accordo sull’intervento o consulto della volontà del minore, approvata o meno da genitori o tutori o amministratori di sostegno. Per quanto sia d’obbligo il rispetto della normativa sulla maggiore età, è valida e/o etica anche in situazioni di cultura o credo personali che possano inficiare la possibilità di un successo terapeutico?

LE DISPOSIZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO  

«Ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di un’ eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali».

Le Dat, sempre revocabili, risultano inoltre vincolanti per il medico e «in conseguenza di ciò – si afferma – è esente da responsabilità civile o penale». Devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata, con sottoscrizione autenticata da notaio o altro pubblico ufficiale o da un medico dipendente del Servizio Sanitario Nazionale o convenzionato. Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, possono essere espresse attraverso videoregistrazione”.

PIANIFICAZIONE DELLE CURE  

«Nella relazione tra medico e paziente, rispetto all’evolversi delle conseguenze di una patologia cronica e invalidante, o caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta, può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico, alla quale il medico è tenuto ad attenersi qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità». 

Si assiste all’attuazione di quello che era prima decreto legislativo, e diventa adesso legge a tutti gli effetti. Qualcuno commenta che questa manovra rappresenti il via libera all’eutanasia; qualcun altro, più aspramente commenta che questa è la realizzazione dell’eutanasia “all’italiana”. La redazione qui non prende posizioni di sorta al riguardo. Questa è una redazione medica che rispetta il volere dei pazienti, che sia esso spontaneo o regolamentato dalla legge. Le cure mediche sono state e saranno sempre fornite nel rispetto della volontà dei pazienti, rammentando tuttavia che il rapporto medico-paziente è un “contratto” che ha “l’obbligo di mezzi, ma non di risultati”. Mettere tutte le proprie conoscenze e possibilità per cercare di curare o guarire un malato, è per il medico sia un obbligo che un dovere.

La guarigione, tuttavia, non è competenza del medico. Spetta a Qualcun altro.

– a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci.